Il Trieste Film Festival torna con la sua 36ª edizione, proponendo una selezione imperdibile del miglior cinema dell’Europa dell’Est e dei Balcani. Dal 16 al 24 gennaio, le storiche sedi del Politeama Rossetti, del Teatro Miela e del Cinema Ambasciatori accoglieranno proiezioni, incontri e retrospettive per appassionati e addetti ai lavori. L’evento, diretto da Nicoletta Romeo, conferma il suo ruolo di osservatorio privilegiato sulle cinematografie emergenti e i temi sociali dell’Est Europa.
Un’apertura in grande stile
Il festival si aprirà con una doppia inaugurazione. La prima serata vedrà la proiezione di “Wishing on a Star” dello slovacco-ungherese Peter Kerekes, un documentario che segue le vicende dell’astrologa napoletana Luciana. La seconda serata sarà invece dedicata a “Lo spartito della vita – Sterben” di Matthias Glasner, vincitore dell’Orso d’argento per la sceneggiatura alla Berlinale 2024. A impreziosire l’evento, la proiezione del corto muto del 1921 “The Perl of the Ruins” di Giovanni Vitrotti, accompagnato dal pianoforte di Andrej Goričar.
Lungometraggi in concorso
Il concorso principale offre sette titoli in anteprima italiana. Tra questi spicca “Toxic” di Saulė Bliuvaitė, vincitore del Festival di Locarno, una sorprendente storia di formazione di una giovane modella lituana. Tra gli altri titoli in gara, “Fekete pont – Lesson Learned”dell’ungherese Bálint Szimler, premiato per la miglior interpretazione femminile a Locarno, e “Family Therapy” della slovena Sonja Prosenc, candidato sloveno agli Oscar.
Grande attesa anche per “Three Kilometres to the End of the World” del romeno Emanuel Pârvu, un’intensa indagine sulla società del Delta del Danubio, e “The Shameless” del bulgaro Konstantin Bojanov, ambientato in India e già premiato a Cannes.
Le proposte fuori concorso
Tra i documentari fuori concorso spiccano “The Invasion” di Sergei Loznitsa, che prosegue il racconto dell’Ucraina in guerra, e “C’era un comico di nome Cecchelin” di Alessio Bozzer, un omaggio al comico triestino Angelo Cecchelin. Molto atteso anche “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza” di Erika Rossi, dedicato all’attore e regista Claudio Misculin.
La sezione documentari e il premio OBCT
Il concorso documentari offre dieci titoli in anteprima nazionale, tra cui “In Limbo” di Alina Maksimenko, una toccante storia familiare legata al conflitto russo-ucraino, e “Trains” di Maciej J. Drygas, un viaggio poetico tra stazioni e vagoni del ventesimo secolo. Particolare interesse suscita anche “Tata” dei registi romeni Lina Vdovîi e Radu Ciorniciuc, un racconto potente sulle difficoltà delle famiglie migranti.
Retrospettive e cinema sperimentale
La retrospettiva “1945. La guerra è finita?” curata da Francesco Pitassio propone 19 proiezioni che esplorano traumi, ricostruzioni e memorie del dopoguerra. Saranno proposti film inediti e rari documenti d’epoca per riflettere sulle ferite lasciate dalla Seconda guerra mondiale.
La sezione “Romanian Experimental Cinema” offrirà uno sguardo sul cinema sperimentale romeno con opere di autori come Constantin Flondor e Sergiu Nicolaescu, mentre la neonata sezione Visioni Queer darà voce alle storie di lotta e diritti della comunità LGBTQ+ dell’Est Europa.
When East Meets West: spazio ai professionisti
Tra le iniziative collaterali, When East Meets West, giunto alla sua 15ª edizione, rappresenta uno dei momenti clou per i professionisti del settore. Workshop, presentazioni e sessioni di networking offriranno un’occasione unica per promuovere nuove collaborazioni tra cineasti dell’Est e Ovest Europa.
Le proiezioni imperdibili
Tra le proiezioni speciali si segnala “Mother and Daughter, or the Night Is Never Complete” di Lana Gogoberidze e Salome Alexi, che celebra la prima regista donna della Georgia, e “I diari di mio padre” di Ado Hasanović, un’intima riflessione sul genocidio di Srebrenica attraverso i video-diari del padre del regista.
Conclusione
Il Trieste Film Festival 2025 si conferma un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema d’autore e una vetrina d’eccellenza per le produzioni dell’Est Europa. Le sue proposte abbracciano generi e tematiche diverse, offrendo al pubblico un viaggio emozionante e riflessivo attraverso storie di resistenza, memoria e cambiamento.