Certe volte il cinema d’autore si spinge così oltre da perdersi completamente. Emilia Pérez, il nuovo film di Jacques Audiard, è uno di quei casi. Presentato come un ambizioso mix tra thriller, musical e dramma sociale, il risultato finale è un’opera senza capo né coda, un pastrocchio estetico che sembra più un esperimento confuso che un vero film.
Una storia che non sta in piedi
L’idea di base—un avvocato che aiuta un narcotrafficante a diventare donna e rifarsi una vita—potrebbe anche avere del potenziale (anche se già di per se appare assurda). Peccato che Audiard lo sprechi totalmente con una sceneggiatura sconclusionata, che salta di palo in frasca senza mai trovare un tono coerente. I personaggi sono bidimensionali, le relazioni tra loro non hanno sviluppo e i momenti di tensione vengono spazzati via da scelte narrative illogiche.
Un musical? Ma davvero?
Il film si vende come un musical, ma definirlo tale è un insulto al genere. Le canzoni sembrano infilate a caso, senza alcuna logica narrativa. Non aggiungono nulla, non emozionano e spesso rompono il ritmo della storia, già di per sé fragile. Se l’obiettivo era fondere il linguaggio del musical con il thriller, Audiard fallisce miseramente: qui non c’è la visionarietà di La La Land, né l’energia di West Side Story, solo un’accozzaglia di scene in cui i personaggi iniziano a cantare senza motivo.
Attori sprecati, dialoghi dimenticabili
Non aiuta il fatto che anche il cast sembri perso nel caos. Selena Gomez e Zoe Saldaña si impegnano, ma i loro personaggi sono scritti male, senza una vera evoluzione. Il problema non è tanto nelle loro interpretazioni, quanto nell’assurdità della trama che rende impossibile qualunque empatia con loro.
La fotografia salva il disastro
Se c’è un elemento che merita un plauso, è la fotografia. Visivamente, il film è curato, con alcune inquadrature notevoli e un uso del colore che rende l’atmosfera affascinante. Ma un bel film non è solo estetica: quando tutto il resto è un disastro, la bellezza dell’immagine non basta a salvare il contenuto.
Emilia Pérez: un film che si dimentica in fretta
Alla fine, Emilia Pérez è uno di quei film che vogliono essere profondi e originali, ma finiscono per essere pretenziosi e noiosi. Audiard si perde dietro un’estetica patinata e un’idea pretenziosa che non sa sviluppare. Se cercavi un thriller avvincente, un musical coinvolgente o una storia toccante, questo film non è nulla di tutto ciò.
➡ Voto finale: 3/10 – Guardatelo solo se volete capire come non si fa un musical.