Il sentiero azzurro: un’odissea nel segno della libertà

Il Sentiero Azzurro, foto Guillermo Garza Desvia

Una proposta audace di distopia poetica ambientata nelle foreste amazzoniche, con una protagonista anziana in rivolta contro l’oblio imposto dallo Stato

Sinossi e contesto narrativo

In un Brasile prossimo futuro, un decreto statale impone che le persone longeve vengano trasferite in colonie remote per liberare le generazioni giovani dalle “incombenze” della cura degli anziani. Tereza, 77 anni, operaia di una fabbrica di coccodrilli, scopre di essere compresa nella rinnovata soglia di età per la residenza obbligata e rifiuta di sottostare al destino che le viene imposto. Decide allora di intraprendere un viaggio fluviale attraverso l’Amazzonia, con l’obiettivo di realizzare un ultimo sogno: volare.

Lungo la via, incontrerà il silenzioso capitano di barca Cadu (Rodrigo Santoro), che la introduce al misterioso fluido blu estratto da una lumaca, capace di rivelare visioni del proprio destino; e Roberta (Miriam Socarràs), una compagna di percorso che vive sulla “barca-biblia”, vendendo versioni digitali di testi sacri e incarnando l’idea di una libertà conquistata contro regole e tabù.

Regia, stile e tematiche

Il film è diretto da Gabriel Mascaro, autore brasiliano già noto per Neon BullDivine Love e August Winds, qui al suo ritorno con un racconto che fonde distopia, realismo magico e road movie fluviale. Il soggetto è firmato da Tibério Azul in collaborazione con Mascaro.  

Con una pellicola di circa 85 minuti (1h 25), Il sentiero azzurro è un film che si muove nel crinale disciplinato tra critica sociale e visione poetica. La fotografia di Guillermo Garza valorizza i paesaggi fluviali e la vegetazione amazzonica, conferendo respiro visivo alle tappe spirituali di Tereza.  

Il film è stato presentato in concorso alla Berlinale 2025, dove ha vinto il Silver Bear – Gran Premio della Giuria e il Premio della Giuria Ecumenica.  

Interpreti e impatto emotivo

Il ruolo di Tereza è interpretato da Denise Weinberg, sullo schermo capace di coniugare forza, vulnerabilità e lucidità emotiva. La critica ha spesso lodato la sua performance come “spaccata” in un ruolo che raramente è assegnato a donne longeve con piena centralità narrativa.  

Rodrigo Santoro, in un ruolo più contenuto ma cruciale, presta il volto a Cadu, guida involontaria e voce disillusa del viaggio. Miriam Socarràs, nei panni di Roberta, introduce un contrappunto femminile di ribellione e complicità, offrendo a Tereza un’alleanza inattesa.

Critici come Jonathan Romney hanno evidenziato che, sebbene la struttura picaresca del film proceda per episodi e incontri, è la relazione emergente tra queste protagoniste a dare profondità e resistenza al racconto, evitando il sentimentalismo facile.  

Forza e limiti del film

Punti di forza:

  • Visivo e sensoriale: il film sa sfruttare il paesaggio brasiliano come personaggio, con pieni effetti di luce, acqua, vegetazione e suggestioni quasi oniriche.  
  • Critica sociale sottile: il film affronta il tema dell’ageismo sistemico e di una società che misura il valore umano sulla produttività, senza estremismi macchiettistici.  
  • Protagonista inattesa: Tereza è un’eroina atipica, non giovanile, ma dotata di dignità, desideri e volontà — una scelta rara nel cinema contemporaneo.  

Limiti potenziali:

  • In alcune fasi il film “galleggia” narrativamente, perdendo un po’ di tensione verso il finale, come lamentato da critici che vedono episodi evocativi più che una spinta drammatica lineare.  
  • Gli elementi di realismo magico (la lumaca blu, le visioni) possono risultare eccentrici o azzardati, oscillando tra suggestione e rischio di eccesso.  

Perché vederlo

Il sentiero azzurro conduce lo spettatore in territori di riflessione su memoria, libertà, dignità del corpo che invecchia, e sulle ingiustizie che una società produttivista può nascondere sotto l’etichetta della cura. È un appello cinematografico alla resistenza interiore, che ricorda: non è mai troppo tardi per reclamare un sogno negato.

Inoltre, come sottolineato da vari recensori, il film evita la retorica facile sull’età, scegliendo invece la misura, l’equilibrio e l’uso di silenzi e visioni come strumenti espressivi.  

Distribuzione in Italia

La versione italiana del film, intitolata Il sentiero azzurro, arriverà nelle sale italiane dal 30 ottobre, grazie alla distribuzione di Officine UBU.

Per promuovere la pellicola sono già disponibili il poster italiano e il trailer ufficiale.

IL SENTIERO AZZURRO | Trailer ufficiale | Dal 30 ottobre al cinema