Giulio Greco, classe 1991, è, tra l’altro, un attore e direttore di collana di per Giuliano Ladolfi Editore.
Letteratura e cinema
L.L Il passaggio da letteratura a cinema. Ci sono delle motivazioni?
G.G. Innanzitutto non è un passaggio perché le due cose sono andate di pari passo. Giuliano l’ho incontrato tra i banchi di scuola, era il mio preside e dopo la scuola siamo diventati amici. Insieme abbiamo deciso di fondare la casa editrice che porta il suo nome e da lì è stata un escalation imprevedibile e bellissima di avvenimenti. Avevo diciannove anni, all’epoca scoprì di essere anche il più giovane editore d’Italia. Venne, poi, una grossa testata giornalista a farmi un’intervista al Salone del libro di Torino. Sicuramente mi ha formato, sia dal punto di vista della conoscenza della letteratura, sia dal punto di vista aziendale perché gestiamo l’azienda insieme. Poi, sai, quando hai la fortuna di poter leggere tante storie, che esse siano prosa o poesia, leggi le persone. Questo ti permette di avere tante conoscenze e tante idee, da mettere al servizio delle altre arti.
Io ho sempre sognato di lavorare nel cinema. Già da quando ero ragazzino mia madre mi portò a fare delle pubblicità e poi facevo teatro. Quando ho iniziato la facoltà di Scienze Politiche alla Statale di Milano facevo già tante cose. La mattina studiavo in università, il pomeriggio andavo in casa editrice e la sera ho cominciato a fare corsi professionali di teatro. Poi le cose sono andate avanti, finché nel 2015 mi presero per il primo film. All’inizio era un ruolo secondario, poi divenne un ruolo da protagonista perché feci altri provini. Da lì iniziò un po’ tutto. Si sono sempre alimentate le due cose: l’esperienza nella casa editrice mi ha dato tanto nel cinema e il cinema mi ha dato nella letteratura. Il cinema, teatro, conduzione, insomma l’espressione a 360° mi ha dato tante possibilità: ho fatto molte conferenze nazionali e internazionali per la casa editrice.
Supersex
L.L. Parlando di Supersex. Ad anni di distanza, se ne è parlato molto. Volevo chiederti se avessi altro da dire o se hai già detto tutto.
G.G. È una domanda ampia. A un paio d’anni di distanza e con un po’ di distacco, è un progetto che vedo con grande affetto. Mi ha dato tanto, permettendomi di lavorare con persone di altissima caratura nazionale e internazionale. Girare a Parigi e a Roma è stato bellissimo, ma soprattutto dopo il Covid è cambiato tutto. Poteva essere un momento di rottura. Ero negli USA durante il Covid, poi tornai ma ero indeciso se andare in Francia. Quando non hai certezze, passano mesi e i progetti diminuiscono, non si sa se verranno realizzati… sono momenti difficili. Però è stato anche un momento di pausa, che mi ha permesso di andare più a fondo nella conoscenza di me stesso. Poi, dal 2021 in avanti sono nati tanti progetti di alto livello di cui sono molto orgoglioso.
Sicuramente Supersex è stato un momento di grande cambiamento per la mia vita, da cui sono nati tanti progetti a cui sto lavorando anche in questo momento. Se devo dirti una cosa è il grande affetto e i bei ricordi con delle belle persone con cui vorrei presto lavorare di nuovo.


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