Progetti in corso
L.L. Collegandoci a quello che mi hai appena detto, volevo chiederti dei progetti a cui stai lavorando. Se puoi dirmi qualcosa…
G.G. A gennaio uscirà il prequel di Gomorra, Gomorra: alle origini, di cui faccio parte. Interpreto un mafioso francese, marsigliese, quindi sono di nuovo un cattivo ma con delle particolarità diverse rispetto a quelle degli altri film.
Progetti futuri
L.L. Volevo chiederti, forse è una domanda un po’ più astratta rispetto a quelle che ti ho fatto finora. Hai dei progetti futuri? Può sconfinare anche in sogni o desideri.
G.G. Innanzitutto c’è un progetto presente che posso considerare futuro come sogno, nel senso che martedì 11 novembre uscirà il primo singolo, “I’ll Be Your Home”, di un album a cui sto lavorando da due anni, “Believe”. È un album inglese pop-ballad-rock, in stile molto Novanta-Duemila, a cui sono particolarmente legato. Ci lavoriamo da due anni con grande impegno e questo è un progetto che vibra tanto dentro di me. Ci ho messo tanto tante emozioni, tante verità, che ho vissuto negli ultimi anni e ci terrei moltissimo che fosse ascoltato, al di là del successo del progetto è una questione umana.
Poi la regia, indubbiamente. Per questo progetto musicale ho girato tre videoclip, gireremo il quarto. Però ci sono in ballo progetti di cortometraggi, di lungometraggi. Andando avanti mi piacerebbe passare più tempo dall’altra parte della macchina da presa, godermi lo spettacolo e creare qualcosa da fuori è quello che mi piace di più in assoluto.
La persona: Giulio Greco
L.L. Dopo averti ascoltato finora, questa mi sembra una domanda retorica. Mi ero segnato questa domanda: sei felice di dove sei arrivato e degli obiettivi raggiunti?
G.G. Non è retorica, anzi è una domanda molto bella, forse la più bella che mi hai fatto fino ad adesso. Ti rispondo di sì, senza retorica ma con coscienza. Molte volte, e lo dico anche di me stesso, non ci rendiamo conto, mentre il percorso va avanti si va talmente veloci, vogliamo sempre di più dalla vita, sempre di più… viviamo in un mondo in cui tutto va estremamente veloce, dopo che è successa una cosa è subito dimenticata e se ne pensa ad un’altra, i social alimentano questa visione che mi irrita molto, devo dirti la verità. È difficile dare spazio, tempo ai progetti, perché respirano poco: tre giorni, un giorno, un’ora, un secondo e vanno via. Invece io sono grato perché sto cercando di vivere nelle maglie del tempo, sto cercando veramente di approfondire questo tempo, di godermi i dettagli, le piccole cose, le emozioni di ogni giorno, l’attesa, il momento delle uscite, il dopo perché poi ho questa visione retrospettiva che rende bello quel momento. Però il momento in cui costruisci un progetto, quello in cui sei in attesa che si realizzi, il momento in cui si realizza, il momento post realizzazione e poi c’è il quinto momento che è quello in cui ripensi a quel momento e dici: “Che bello! Che gioia! Che fortuna aver vissuto quei momenti, non vedo l’ora di viverne altri”.
Sono felice come essere umano prima di tutto; anche il percorso con una psicologa mi ha aiutato a capire la grande gioia di vivere questa vita che mi è stata donata, allo stesso modo con la coscienza di sapere che c’è un impegno gigantesco: ogni giorno non si lascia niente al caso. Anche il godersi la fatica è molto importante, è quello che ti deve dare felicità. Leggevo l’altro giorno una frase “Lo sforzo per quello che non ti interessa viene chiamato stress; l’energia che metti nel lavoro che ti piace è chiamata passione”. Mi viene da pensare che la maggior parte delle persone, a volte, purtroppo, per necessità, a volte per scelta, scelgano qualcosa che non le faccia vibrare in senso positivo, quindi vibrare per passione, ma in senso negativo, quindi per stress.

