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Leone d’Oro: I vincitori che hanno fatto la storia e uno sguardo al 2025

C’è un momento, ogni anno, in cui la laguna veneziana smette di essere solo una cartolina romantica per diventare il palcoscenico di uno degli eventi più influenti della cinematografia mondiale: la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. In questo scenario sospeso tra il glamour e la riflessione autoriale, il Leone d’Oro si erge come simbolo supremo del riconoscimento artistico.

In questo articolo, faremo un viaggio tra alcuni dei film che hanno conquistato questo prestigioso premio, analizzando cosa li rende così speciali. E infine, tenteremo una previsione: chi potrebbe vincere il Leone d’Oro nel 2025?

1. “Roma” (2018) di Alfonso Cuarón – La poesia del ricordo

Un diario intimo in bianco e nero
Quando Roma venne presentato a Venezia, fu chiaro sin da subito che il film avrebbe lasciato un segno. Alfonso Cuarón firma un’opera personale, ambientata nella Città del Messico degli anni ’70, vista attraverso gli occhi di Cleo, una domestica indigena.

La critica lo accolse come un trionfo del realismo poetico. Girato in un sontuoso bianco e nero, il film si muove tra silenzi e dettagli quotidiani, ma con una forza emotiva che disarma. Cuarón dimostra che la memoria non ha bisogno di effetti speciali: solo di verità.

2. “Nomadland” (2020) di Chloé Zhao – L’America invisibile

Tra i margini, l’infinito
Chloé Zhao regala al pubblico una narrazione sincera e minimalista sulla solitudine e la libertà. Nomadland racconta la storia di Fern (una straordinaria Frances McDormand), una donna che abbraccia la vita da nomade dopo aver perso tutto.

Il film è una meditazione sul vuoto e la resistenza, una finestra su un’America che raramente trova spazio nel cinema mainstream. La vittoria del Leone d’Oro fu un segnale chiaro: Venezia premia la delicatezza più che il clamore.

3. “The Shape of Water” (2017) di Guillermo del Toro – L’amore oltre il mostro

Favola politica con cuore d’acqua
Chi avrebbe immaginato che una storia d’amore tra una donna muta e una creatura marina potesse conquistare il cuore della critica internazionale? Guillermo del Toro l’ha fatto, mescolando la magia del fantasy con la durezza del contesto storico (l’America della Guerra Fredda).

Con The Shape of Water, Venezia premiò non solo un film, ma un manifesto di libertà narrativa, in cui i generi si fondono e il messaggio si fa universale: l’amore è rivoluzionario.

4. “L’Événement” (2021) di Audrey Diwan – Il corpo, la scelta, la legge

Quando il cinema diventa lotta
L’Événement racconta la storia di Anne, studentessa brillante nella Francia degli anni ’60, che affronta un aborto clandestino. Un film necessario, crudo, a tratti disturbante, ma mai gratuito.

Audrey Diwan mette lo spettatore di fronte a un’esperienza viscerale, girando con uno stile che ricorda i Dardenne, ma con una voce tutta sua. Un Leone d’Oro coraggioso, che riporta il cinema al suo ruolo originario: quello di strumento di consapevolezza.

Chi sarà il vincitore del Leone d’Oro 2025?

I nomi in corsa: tra grandi ritorni e promesse d’autore
Le prime indiscrezioni sulla Mostra del Cinema di Venezia 2025 stanno già alimentando il dibattito tra critici e cinefili. Alcuni nomi iniziano a circolare con insistenza:

Yorgos Lanthimos potrebbe tornare con un nuovo progetto dopo il successo di Poor Things. Le sue narrazioni surreali e il suo sguardo impietoso sull’umanità sono perfetti per il palmarès veneziano.
Luca Guadagnino, regista italiano amatissimo anche all’estero, sembra pronto a presentare un nuovo dramma psicologico ambientato tra l’Italia e il Medio Oriente.
Jane Campion starebbe lavorando a un’opera che molti definiscono già “la più attesa del decennio”, un ritorno dopo il successo di The Power of the Dog.
Ma attenzione alle sorprese. Il festival ha spesso premiato autori emergenti e opere indipendenti capaci di rompere gli schemi. Un outsider potrebbe rubare la scena, proprio come fece L’Événement.

Conclusione: Il Leone d’Oro come bussola del cinema che cambia

Il Leone d’Oro non è solo un premio: è un termometro culturale. Premia il coraggio, la visione, l’onestà. In un’epoca in cui il cinema è spesso fagocitato da algoritmi e franchise, Venezia continua a ricordarci che l’arte, quando è vera, trova sempre la sua strada.

E allora, in attesa di scoprire chi sarà il vincitore del 2025, possiamo solo una cosa: continuare a guardare, ascoltare e lasciarci sorprendere.