L’intervista a Guadagnino
Marco Giusti ha intervistato il regista di “Chiamami col tuo nome” e ne sono emersi diversi spunti interessanti.
“Il mio film non è anti-woke, è un film molto consapevole delle dinamiche di potere”
È un commento quasi banale, ma che serve ad attutire le critiche. Questa è una visione dell’opera d’arte in quanto ciò che è e ciò che rappresenta, e non in quanto ciò che non è e quindi ciò che non rappresenta.
Vi è all’inizio una parte molto interessante sulla star Julia Roberts, curiosa ma poco inerente al girato, più al pre-film.
“Il cinema d’autore europeo si è degradato. Da un lato siamo entrati nell’universo della sciatteria più assoluta, dall’altro nell’universo dell’autoreferenzialità più totale. Ma un grande autore non ha mai ragionato così. Ha sempre messo in discussione in primo luogo sé stesso, e poi i paradigmi del cinema…”
Questo intervento è di certo necessario perché entra nel dibattito attuale sul cinema d’autore. Sembra quasi una risposta alle parole di Ridley Scott.
Il titolo
Se c’è una caccia, come dice il titolo, c’è un predatore e una preda, in questo caso chi è il cacciatore e chi la preda?
C’è un quadro meraviglioso, che si intitola proprio “After The Hunt”, dipinto da una donna, Rosa Bonheur nel 1858, impressionante, che mi ha dato un amico, un filosofo, che può spiegare molto. Si vede un cane dopo la caccia alla volpe. Intuiamo che il cane abbia aiutato il padrone a trovare la volpe, e che abbia avuto un’azione di dinamismo, di aggressività, di forza e potere verso volpe, ma invece è ritratto da questa pittrice con una catena al collo legato a un muro, con gli occhi bassi, terrorizzato da qualcuno che da fuori lo guarda, che saremmo noi. Secondo me questa immagine spiega bene il ruolo e il cambio di posizione che assumi continuamente in una dinamica come quella della caccia del film, cioè della relazione col potere che ha ciascuno di noi.
Il titolo e la concezione della pellicola sono magnificamente spiegati in questo spezzone.
Conclusione
L’intervista è sicuramente molto importante perché mette in risalto la bravura di un regista italiano e i suoi rapporti con il grande cinema (alcune parti sono state tagliate). Le risposte, illuminanti sulla pellicola, riescono a tenere incollato il lettore al discorso del regista.
