
Un Decennio di Visioni: I Registi dietro l’Orso d’Oro
Negli ultimi dieci anni, la Berlinale ha premiato registi provenienti da diverse parti del mondo, ciascuno con una voce unica e una visione distintiva. Ecco un viaggio attraverso i vincitori dell’Orso d’Oro dal 2015 al 2025, con un focus sui cineasti che hanno lasciato il segno nel panorama cinematografico internazionale.
Vincitori dell’Orso d’Oro (2015–2025)
Anno | Film | Regista | Paese |
---|---|---|---|
2015 | Taxi Teheran | Jafar Panahi | Iran |
2016 | Fuocoammare | Gianfranco Rosi | Italia |
2017 | Corpo e anima (Testről és lélekről) | Ildikó Enyedi | Ungheria |
2018 | Touch Me Not | Adina Pintilie | Romania |
2019 | Synonymes | Nadav Lapid | Israele |
2020 | Il male non esiste (Sheytān vojud nadārad) | Mohammad Rasoulof | Iran |
2021 | Sesso sfortunato o follie porno (Babardeală cu bucluc sau porno balamuc) | Radu Jude | Romania |
2022 | Alcarràs | Carla Simón | Spagna |
2023 | Sur l’Adamant | Nicolas Philibert | Francia |
2024 | Dahomey | Mati Diop | Francia/Senegal |
2025 | Dreams (Drømmer) | Dag Johan Haugerud | Norvegia |
Profili dei Registi Premiati
Jafar Panahi – Taxi Teheran (2015)
Regista iraniano noto per il suo impegno politico e sociale, Panahi ha realizzato Taxi Teheran nonostante il divieto di girare film impostogli dal governo iraniano. Il film è un viaggio attraverso le strade di Teheran, offrendo uno sguardo critico sulla società iraniana.
Gianfranco Rosi – Fuocoammare (2016)
Documentarista italiano, Rosi ha vinto l’Orso d’Oro con Fuocoammare, un potente documentario che racconta la crisi dei migranti sull’isola di Lampedusa. Il film è stato anche candidato all’Oscar come miglior documentario.
Ildikó Enyedi – Corpo e anima (2017)
Regista ungherese, Enyedi ha creato una storia d’amore unica tra due colleghi che condividono gli stessi sogni. Il film è stato apprezzato per la sua originalità e sensibilità.
Adina Pintilie – Touch Me Not (2018)
Regista rumena, Pintilie ha esplorato temi di intimità e sessualità in Touch Me Not, sfidando le convenzioni narrative e visive del cinema tradizionale.
Nadav Lapid – Synonymes (2019)
Regista israeliano, Lapid ha raccontato la storia di un giovane che cerca di reinventarsi a Parigi, affrontando temi di identità e alienazione.
Mohammad Rasoulof – Il male non esiste (2020)
Cineasta iraniano, Rasoulof ha vinto l’Orso d’Oro con un film che affronta la pena di morte in Iran, nonostante le restrizioni imposte dal governo.
Radu Jude – Sesso sfortunato o follie porno (2021)
Regista rumeno, Jude ha presentato una satira sociale che ha diviso la critica, ma ha conquistato la giuria per la sua audacia e originalità.
Carla Simón – Alcarràs (2022)
Regista spagnola, Simón ha raccontato la storia di una famiglia di agricoltori in Catalogna, offrendo un ritratto autentico della vita rurale.
Nicolas Philibert – Sur l’Adamant (2023)
Documentarista francese, Philibert ha esplorato la vita in una clinica psichiatrica galleggiante sulla Senna, offrendo uno sguardo umano e rispettoso sui suoi pazienti.
Mati Diop – Dahomey (2024)
Regista franco-senegalese, Diop ha affrontato il tema della restituzione dei beni culturali africani, combinando documentario e finzione in un’opera potente.
Dag Johan Haugerud – Dreams (2025)
Regista norvegese, Haugerud ha concluso la sua trilogia con Dreams, una storia di formazione che esplora l’amore adolescenziale e l’identità.
Diversità e Innovazione: Un Decennio di Cinema d’Autore
Questi registi hanno portato alla Berlinale storie diverse, spesso affrontando temi sociali e politici con approcci innovativi. La loro varietà di origini e stili ha arricchito il panorama cinematografico internazionale, rendendo la Berlinale un palcoscenico per voci uniche e coraggiose.