Tarantino: “È l’epoca più brutta per i film”

L’intervista a Quentin Tarantino

Pochi giorni fa, nel pieno del Festival del cinema di Venezia, Quentin Tarantino ha rilasciato un’intervista bruciante a The Church of Tarantino. L’ente da cui è stato intervistato è un’associazione di fan che principalmente realizza podcast, ed è proprio all’interno di una di questi che vengono espressi i dubbi di Tarantino sul cinema contemporaneo. Queste le sue parole: “È l’epoca più brutta per i film, non ne si facevano di così brutti dal ’50. Questa ossessione per i sequel è segale del fatto che non ci sono più idee”

Tarantino: “È l’epoca più brutta per i film”, ma anche per i giovani

Il pubblico dei film di qualità a cui si riferisce tarantino va dai diciott’anni o poco prima fino a poco prima della vecchiaia. I registi più famosi sono adulti, mentre i giovani registri non sono incentivati, tranne in pochi casi. Questo si ripercuote sui film stessi, in quanto le idee di una generazione sono più simili rispetto a quelle di un’altra, e diventano tutte già sentite se la generazione ha venti o trent’anni di esperienza. Forse gli adulti sono abituati a certi contenuti, ma i giovani ne vogliono di nuovi e questi devono partire dai registi

Eccezioni e conferme

Riprendiamo le parole di Tarantino: “È l’epoca più brutta per i film” e ripensiamoci, ci sono certo delle eccezioni: possiamo guardare agli esordienti della Biennale o a Jordan Peele, quarantaseienne ma regista solo dal 2017 con un esordio spumeggiante come “Get Out”. Nato nel ’79 non si può definire di nuova generazione però le sue idee lo sono e lo dimostra il successo che ha avuto. Una conferma, invece, della stagnazione dei film l’abbiamo in Italia con l’attuale politica dei grandi schermi del riproporre film cult per attrarre il pubblico assente nelle nuove uscite. Anche l’idea di far pagare meno i biglietti è incentivante per le persone, però denota che altrimenti non sarebbero andate https://milanoalcinema.it/cinema-scontato-estate-2025/. Un altro segnale è che sempre più spesso i film escono direttamente sulle piattaforme di streaming oppure in contemporanea alla loro uscita al cinema, e quasi sempre l’abbonamento mensile di queste piattaforme costa come il biglietto per un film.

“È l’epoca più brutta per i film”, verità o esagerazione?

Di certo non è un’epoca di brillantezza artistica in tutti i campi, nonostante i molti accadimenti; o meglio, può essere un’epoca spumeggiante di ottimi artisti ma non è pubblicizzata dai grandi media e quindi rimane sconosciuta. Ciò accade in tutti i settori artistici compreso quello della regia. Eppure i mezzi sono sempre migliori, la qualità e gli spunti aumentano. In sostanza manca una connessione tra qualità e la sponsorizzazione di quest’ultima.