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“Il giardino delle rose”: girato a Firenze il nuovo corto di Luca Liotti

cortometraggio Il giardino delle rose, foto Lands of Glory

Un racconto di amicizia e rinascita tra Oriente e Occidente nel cuore della città

Nel suggestivo scenario del Giardino delle rose, il regista toscano Luca Liotti racconta l’incontro tra due mondi e due sensibilità, tra numeri e poesia

Si sono concluse a Firenze le riprese de Il giardino delle rose, cortometraggio scritto e diretto da Luca Liotti, giovane regista toscano già noto nel panorama del cinema indipendente italiano. Il progetto, prodotto dalla casa Lands of Glory, porta sullo schermo una storia intima e delicata che si sviluppa tra le fioriture del celebre giardino cittadino e la terrazza panoramica di piazzale Michelangelo.

Un set tra natura e anima

Il film è stato interamente girato in due delle location più iconiche di Firenze: il Giardino delle rose, gioiello botanico situato alle pendici del colle di San Miniato, e piazzale Michelangelo, con la sua vista mozzafiato sulla città. Luoghi che non sono solo sfondo visivo, ma veri e propri protagonisti simbolici del racconto.

Liotti ha scelto questo contesto naturale come spazio ideale per far nascere un legame speciale tra i due personaggi principali: Marco Milano, manager dallo spirito occidentale interpretato da Gabriele Giaffreda, e Hanako Satō, giardiniera giapponese con un’anima contemplativa, impersonata dalla soprano Kazuko Usai, al suo esordio come attrice.

Trama: due mondi che si incontrano

Il cortometraggio esplora l’incontro fra due visioni opposte dell’esistenza. Da un lato Marco, dirigente di una multinazionale, immerso in una quotidianità fatta di budget, obiettivi e prestazioni. Dall’altro Hanako, donna anziana di origine giapponese che cura con dedizione il giardino pubblico, vivendo ogni giorno come un’opportunità per cogliere la bellezza del presente.

L’incontro tra Marco e Hanako diventa occasione di confronto, scoperta e crescita reciproca. Durante il mese di maggio – periodo in cui le rose del giardino raggiungono la massima fioritura – il protagonista inizia a scardinare le sue certezze, mettendo in discussione la propria scala di valori.

La rosa, simbolo per eccellenza di rinascita, grazia e delicatezza, diventa metafora della trasformazione che avviene dentro Marco. Una metamorfosi lenta, silenziosa, ma inevitabile, guidata dallo sguardo e dai gesti di Hanako.

Un film poetico tra Occidente e Oriente

Liotti ha dichiarato: «Con questo corto volevo raccontare l’idea di rinascita interiore attraverso un incontro apparentemente improbabile. Firenze è il luogo dove la cultura occidentale e quella orientale possono fondersi, trovando un punto di equilibrio. Hanako è custode di una saggezza antica, mentre Marco è un uomo moderno che cerca di ritrovare se stesso. Il loro dialogo silenzioso parla più di mille parole».

La narrazione si muove tra minimalismo espressivo e intensità emotiva, con una regia che valorizza il linguaggio non verbale e i dettagli: una carezza su un fiore, un silenzio condiviso, un gesto di gentilezza.

Kazuko Usai, al debutto come attrice, ha portato nella recitazione la sua sensibilità musicale, costruendo un personaggio che unisce presenza scenica e spiritualità, mentre Gabriele Giaffreda conferma la sua versatilità nel dare corpo a un personaggio complesso e sfaccettato.

Un progetto che guarda al pubblico internazionale

Il giardino delle rose è stato pensato anche per una circuitazione internazionale, grazie ai forti elementi visivi, al tema universale dell’amicizia e al messaggio interculturale che lo attraversa. Il corto sarà presentato in anteprima nei prossimi mesi nei festival di settore, con l’obiettivo di entrare anche nella distribuzione digitale su piattaforme specializzate.

Il produttore ha anticipato che il film verrà sottotitolato in giapponese e inglese, per facilitare la sua diffusione presso cineteche d’autore, scuole di cinema e rassegne tematiche.

Il progetto si inserisce in un filone sempre più ricercato di cinema sostenibile e contemplativo, che invita lo spettatore a rallentare, a osservare, a sentire. Un messaggio attuale in un mondo che corre, e che spesso dimentica il valore delle cose semplici.

Le rose fioriscono anche dentro

Attraverso la semplicità della sua storia e la profondità del suo messaggio, Il giardino delle rose invita a riscoprire una dimensione più umana, attenta e poetica della vita quotidiana. In un tempo in cui dominano l’efficienza e la performance, Liotti ci ricorda che la bellezza può ancora salvarci, se sappiamo fermarci ad ascoltarla.

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