stranger things, Undici, Netflixstranger things, Undici, Netflix

Undici anni dopo il primo viaggio a Hawkins, Stranger Things si prepara a chiudere il cerchio con un finale che ambisce a essere più di un episodio: un vero rito collettivo.

Il trailer ufficiale del capitolo conclusivo di Stranger Things 5 conferma l’intenzione di Netflix di trasformare l’addio alla serie in un evento globale, capace di unire streaming e sala cinematografica. L’ottavo episodio, intitolato The Rightside Up, sarà disponibile il 31 dicembre e avrà una durata fuori scala per la serialità televisiva: 2 ore e 5 minuti, con proiezioni speciali in oltre 500 cinema tra Stati Uniti e Canada.

La trama del finale senza spoiler

Dopo il risveglio di Max, il gruppo scopre il piano definitivo di Vecna: fondere il mondo reale con una dimensione parallela chiamata Abyss, ampliando l’orrore dell’Upside Down su scala globale. Per fermarlo, i protagonisti decidono di entrare direttamente nell’Abyss, salvare i bambini rapiti e distruggere la minaccia dall’interno. Nel frattempo Vecna, sotto le sembianze umane di Henry Creel, dà avvio a un rituale che lega le sue vittime in un inquietante passaggio verso l’altra dimensione. Tutto converge verso uno scontro finale che mette in gioco non solo il destino del mondo, ma l’identità stessa di Eleven.

Eleven al centro del racconto

Il trailer ribadisce che il cuore emotivo del finale sarà Eleven. La giovane eroina, simbolo di forza e vulnerabilità, si trova davanti a un conflitto che va oltre Vecna: anche se il male soprannaturale verrà sconfitto, resterà la minaccia dell’apparato militare, presente fin dalla prima stagione. È qui che la serie torna alle proprie radici tematiche, riflettendo sul prezzo del potere, sull’impossibilità di una normalità piena e sulla difficoltà di crescere in un mondo che non smette di avere paura di ciò che non controlla.

Il senso narrativo della stagione finale

In una recente intervista, i Duffer Brothers hanno spiegato che la domanda centrale del finale non è solo «come sconfiggere Vecna», ma «come può esistere un lieto fine per Eleven». Il suo percorso è una tensione costante tra due visioni opposte: l’idealismo di Mike, che crede in un futuro possibile fatto di amore e normalità, e il realismo disilluso di Kali, che mette in discussione l’idea stessa di una vita ordinaria per chi è stato trasformato in un’arma.

Questa dialettica restituisce a Stranger Things una profondità rara per una serie mainstream, capace di usare il linguaggio del fantastico per parlare di trauma, controllo e libertà individuale.

Dal piccolo schermo al cinema: una scelta simbolica

Il finale di Stranger Things 5 segna anche una svolta industriale. Per la prima volta, l’episodio conclusivo approda ufficialmente al cinema, con proiezioni che partiranno la sera di Capodanno in contemporanea con l’uscita streaming. Secondo Ross Duffer, oltre 1,1 milioni di spettatori hanno già confermato la partecipazione agli eventi in sala, con migliaia di spettacoli sold out.

Una scelta che racconta molto del peso culturale raggiunto dalla serie: nata come omaggio cinefilo agli anni Ottanta, Stranger Things chiude il proprio percorso tornando simbolicamente nel luogo che l’ha ispirata, il grande schermo.

Un fenomeno che va oltre la serialità

Dal debutto nel 2016, Stranger Things è diventata una delle produzioni più viste di sempre su Netflix, superando 1,2 miliardi di visualizzazioni complessive e generando un immaginario che ha travalicato la televisione, arrivando a teatro con Stranger Things: First Shadow, oggi in scena a Broadway. Il finale non è dunque solo la conclusione di una storia, ma la chiusura di un ciclo culturale che ha segnato un’intera generazione di spettatori.

Il trailer promette uno scontro epico, ma soprattutto un addio carico di memoria, malinconia e consapevolezza: Stranger Things saluta il pubblico cercando di restare fedele a ciò che è sempre stata, una storia di amicizia, paura e crescita, raccontata attraverso il filtro del fantastico.