In un mondo che sembra aver smarrito il senso dell’orientamento, Ari di Léonor Serraille si erge come un delicato affresco di solitudine e ricerca interiore. Presentato in concorso alla 75ª Berlinale, il film si inserisce come terzo capitolo di una trilogia che esplora la condizione umana attraverso gli occhi di giovani protagonisti in cerca di sé stessi.
Trama
Ari, un giovane insegnante di 27 anni, subisce un crollo emotivo durante una visita ispettiva a scuola. La reazione del padre, che lo caccia di casa, lo costringe a confrontarsi con la propria fragilità. Senza un luogo dove rifugiarsi, Ari si ritrova a vagare per la città, cercando di riallacciare legami con vecchi amici e confrontandosi con un passato che aveva cercato di dimenticare. Nel corso di questo viaggio, emerge una consapevolezza: la vita non è mai come appare, e forse è lui stesso a essersi perso lungo il cammino.
Un film che fa emergere la fragilità
Ari si distingue per la sua capacità di far emergere la fragilità del protagonista. La regista, Léonor Serraille, costruisce un ritratto intimo e sincero, evitando il melodramma e preferendo un approccio più sottile e riflessivo.
Un linguaggio cinematografico in evoluzione
La regia di Serraille si caratterizza per un linguaggio cinematografico che evolve, mantenendo però una coerenza stilistica con le sue opere precedenti. Se in Montparnasse – Femminile singolare aveva esplorato la solitudine e la ricerca di identità femminile, in Ari si concentra su un protagonista maschile, ma i temi restano gli stessi: la fragilità, la solitudine e la necessità di confrontarsi con il proprio passato.
Un film che invita alla riflessione
Ari non offre risposte facili né consolazioni. È un film che invita lo spettatore a riflettere sulla propria vita, sulle proprie scelte e sulle proprie paure. La regista non giudica mai i suoi personaggi; li osserva con empatia e delicatezza, permettendo al pubblico di entrare in sintonia con le loro emozioni.
Conclusione
In definitiva, Ari è un film che, pur nella sua apparente semplicità, riesce a toccare corde profonde dell’animo umano. Léonor Serraille conferma il suo talento nel raccontare storie di vita quotidiana con uno sguardo sensibile e autentico. Un’opera che, pur non cercando il clamore, lascia un segno indelebile nel cuore di chi ha il coraggio di guardare oltre la superficie.